Ferragosto si avvicina, tirate fuori i cestini da picnic! Che ci portiamo? Tutte preparazioni veloci da fare e pratiche da trasportare e da mangiare – quasi non servono nemmeno piatti e posate! Il segreto? I migliori salumi italiani.
Le scelte alimentari che fanno bene al pianeta
Il 22 aprile si festeggia la Giornata della Terra, la più grande manifestazione ambientale del pianeta. Noi festeggeremo con dei prodotti eccezionali, frutto di passione, consapevolezza e rispetto. E per concludere in bellezza, tanta dolcezza firmata Sabadì. Ma facciamo un passo indietro.
Il cibo - o meglio quale cibo scegliamo di acquistare – ha un peso incredibile sulla salute della Terra. Ogni prodotto ha un impatto ambientale, un costo in termini di energie utilizzate e inquinamento prodotto che è nostra responsabilità, in quanto consumatori, conoscere.
Tutto ciò che portiamo in tavola ha fatto un viaggio. Mettiamola così: un ananas dalla Costa Rica, cresciuto a diserbanti, deve attraversare il mondo intero per arrivare nel reparto ortofrutta del supermercato. Un prodotto locale, di stagione, a km 0 o quasi è tutta un’altra storia.
Un tonno pescato con le reti a strascico che distruggono fondali, coralli e alghe e uccidono anche tartarughe e delfini ha un costo ambientale incommensurabilmente superiore di un tonno pescato all’amo, come quello del nostro amico Campisi.
Sono esempi semplici ma ci aiutano a capire davvero quanto potere abbiamo come consumatori. Basterebbe essere davvero consapevoli per cambiare radicalmente il mercato. Almeno il 22 Aprile.
Alimentazione sostenibile
L’alimentazione moderna ha un costo ambientale altissimo, assolutamente insostenibile. E diciamo subito una cosa: se tutti mangiassimo meglio e facessimo scelte etiche, ci sarebbe più cibo per tutti. Il problema non è mai la quantità, ma la distribuzione.
Chi produce in modo etico, consapevole e sostenibile deve essere ricompensato. Perché non è la scelta più facile ma sicuramente quella giusta. Ed è la scelta che ha fatto Sabadì, un brand frutto di una ricerca costante verso materie prime eccezionali e sostenibili.
Ma prima di addentrarci nella dolcezza, vediamo cosa c’è che proprio non va nei metodi di produzione attuali.
Carne e consumo consapevole
Il consumo massivo e in costante crescita di carne da allevamento intensivo ha causato la deforestazione dell’Amazzonia, il polmone verde della Terra. È ormai dimostrato che il 99% degli incendi della foresta tropicale sono di origine dolosa appiccati dagli allevatori che hanno bisogno di nuove terre per i pascoli e per la coltivazione di soia.
Soia, tra l’altro, con cui potremmo sfamare milioni di persone, ma che invece viene riservata ai bovini degli allevamenti intensivi.
Quando comprate della carne prodotta in questo modo (senza nemmeno voler affrontare il discorso del benessere animale) state implicitamente dicendo che siete d’accordo con questi sistemi. Per dirla tutta, li state finanziando voi.
E avete mai sentito parlare di water footprint? Si tratta del consumo di acqua, diretto e indiretto, necessario per un determinato prodotto. Per un chilo di carne bovina servono all’incirca 15.000 litri d’acqua, per un chilo di uova oltre 3.000. E per un chilo di verdure? Circa 320. Impressionante, vero?
Con questo non vogliamo condannare il consumo di carne, ma premiare i produttori etici, che allevano, macellano e trasformano la carne in prodotti sani e buoni anche per il pianeta.
Agricoltura biologica
Abbiamo parlato di deforestazione e consumo d’acqua, ma vediamo anche l’inquinamento vero e proprio, quello causato da pesticidi e fertilizzanti.
Insetticidi, diserbanti, fitoregolatori, concimi a base di nitrati e molti altri: sono tutte sostanze che ottimizzano la produzione di frutta e verdura a scapito della salute dei terreni, delle falde acquifere e di chi consuma questi prodotti.
L’agricoltura biologica, al contrario, è “un metodo agricolo volto a produrre alimenti con sostanze e processi naturali. Ciò significa che tende ad avere un impatto ambientale limitato, in quanto incoraggia a usare l’energia e le risorse naturali in modo responsabile, conservare la biodiversità, conservare gli equilibri ecologici, migliorare la fertilità del suolo e mantenere la qualità delle acque.” (fonte Commissione Europea)
Un assaggio di biologico? Il cioccolato di Modica Sabadì, vincitore della Tavoletta d’Oro come miglior cioccolato di Modica negli ultimi 10 anni consecutivi.
Stagionalità e filiera corta
Anche scegliere prodotti locali e di stagione è alimentazione sostenibile. Si limitano le emissioni di CO2 dovute ai trasporti della merce, e si portano in tavola prodotti più sani e più buoni. Con la filiera corta si promuove un territorio e si supportano i piccoli produttori locali.
E poi, è proprio questione di educazione al mangiar bene. Le fragole a dicembre no, le melanzane a gennaio nemmeno, e non mi dite che vi sembrano buone come quando sono di stagione. E poi che meraviglia riscoprire ogni volta il gusto delle primizie, è tutta sana e genuina cultura alimentare!
Scelte consapevoli per raccontare un’identità
Chi, come noi, lavora con il cibo, sa perfettamente che ogni alimento è una storia. Tramite una materia prima possiamo raccontare tante cose.
Possiamo raccontare, prima di tutto, un territorio. Ed è quello che fa Sabadì con la sua Sicilia. Per le tavolette, per la cioccolata di Modica e per i torroni ha scelto delle perle assolute.
Dalle mandorle di Noto al fico d’India, dal pistacchio di Bronte DOP al miele di cardo dell’ape nera sicula, passando per il mandarino tardivo di Ciaculli, tutto, qui, parla di una terra generosa, profumata e assolutamente unica.
Promuovere un territorio, difenderlo e celebrarlo attraverso prodotti eccezionali. In fondo, non è questo il modo migliore per festeggiare la Terra?