Ferragosto si avvicina, tirate fuori i cestini da picnic! Che ci portiamo? Tutte preparazioni veloci da fare e pratiche da trasportare e da mangiare – quasi non servono nemmeno piatti e posate! Il segreto? I migliori salumi italiani.
Quali sono i prodotti italiani più amati all’estero?
Il made in Italy, si sa, fa gola a tutti. E se solo noi abbiamo la fortuna di avere a portata di mano questi straordinari prodotti, il resto del mondo non vuole rinunciarci. Ma quali sono i paesi più innamorati della cucina italiana? E soprattutto, quali sono i prodotti italiani più esportati? Vediamolo insieme.
Pasta
La pasta è il simbolo dell’Italia a tavola. Di tutta la produzione italiana, ben il 60% è destinato ai mercati esteri. Com’era prevedibile, siamo i primi esportatori mondiali di pasta. L’Italia da sola copre oltre il 30% dell’export globale, ma si tratta di un dato in costante aumento. Nel 2020, anno record, abbiamo esportato il 30% in più dell’anno precedente. I principali importatori, invece, sono Stati Uniti, Germania e Francia.
Insomma, la pasta è adorata anche all’estero. Poi, certo, potremmo aver qualcosa da ridire sui metodi di cottura e sui condimenti (amici americani, lo sappiamo che mettete il ketchup sugli spaghetti), ma il fatto stesso che si stia diffondendo a livello globale l’idea della pasta buona, fatta di grano duro di qualità e trafilata al bronzo è già una gran bella vittoria.
Formaggi
E con i formaggi si apre un mondo. L’Italia ha una varietà casearia assolutamente unica e alcuni tra i formaggi più conosciuti e apprezzati a livello globale.
Parmigiano Reggiano e Grana Padano coprono da soli quasi il 40% delle esportazioni di formaggi italiani e non c’è da stupirsene. Si tratta oggettivamente di due eccellenze assolute, frutto della migliore tradizione casearia. Anche in questo caso, la crescita dell’export è costante e inarrestabile così come, purtroppo, i tentativi di frodi e falsificazioni.
A seguire Pecorino Romano e Gorgonzola, altri due mostri sacri di tutta la produzione italiana. Anche in questo caso, altissimo il rischio di contraffazione.
Germania, Stati Uniti e Francia sono i principali, nonché storici, importatori di questi prodotti italiani d’eccellenza. Il Giappone, invece, è entrato in gioco da poco ma già si fa notare, merito anche dell’EPA, l’accordo di libero scambio entrato in vigore nel febbraio 2019. Da allora, ogni anno si registra una crescita prossima al 20% rispetto all’anno precedente.
Olio
L’olio d’oliva è la base della nostra cucina. La coltivazione degli ulivi fa parte della nostra storia, così come la raccolta delle olive e la molitura, un vero e proprio rito italiano.
La produzione di olio d’oliva varia di anno in anno e dipende moltissimo dall’andamento climatico e da agenti esterni (insetti, parassiti). Detto questo, l’Italia rimane salda al secondo posto, dopo la Spagna, per tonnellate di olio d’oliva esportato.
Gli USA sono il primo paese importatore, seguiti da Germania e Francia. Notevole la crescita in Canada, Cina e Brasile.
Quello che conta, però, è la crescente attenzione alla qualità. Se prima era molto diffuso all’estero l’olio d’oliva vergine o raffinato, o addirittura l’olio di sansa, adesso la domanda è rivolta nello specifico all’olio extravergine di oliva estratto a freddo. Cresce la conoscenza delle eccellenze italiane e, di conseguenza, la selezione dei prodotti migliori.
Prosciutto crudo
Come dicevamo prima, cresce la domanda ma cresce soprattutto la richiesta di qualità. Prosciutto di Parma e prosciutto di San Daniele sono i preferiti dai mercati esteri e coprono da soli quasi la totalità dell’esportazione di prosciutto crudo italiano.
Circa il 60% dell’export è rivolto ai mercati europei con Germania, Francia e Regno Unito in cima alla classifica. Gli Usa sono il primo mercato di esportazione extra UE.
Una curiosità: in Australia il Prosciutto di Parma arriva solo nel 2007. Da allora la richiesta è cresciuta vertiginosamente, fino ad arrivare ai 498.400 chili del 2019.
Salse e conserve
La varietà ortofrutticola di cui possiamo disporre qui in Italia è qualcosa di unico al mondo. Da Nord a Sud un’incredibile varietà di frutta e verdura abbonda sulle nostre tavole dall’estate all’inverno. Il modo più facile per mantenere queste bontà è conservarle in vasetti e, guarda caso, questo è anche il modo più semplice per spedirle in ogni angolo del pianeta.
Per la frutta, abbiamo confetture e marmellate. Per gli ortaggi, invece, si va dai sott’oli, alle conserve, ai sughi pronti.
Il perché del successo estero di questi prodotti italiani è evidente. Intanto sono prodotti non deperibili e super facili da usare. Anche chi non è mai stato in Italia può riuscire a fare un bel piatto di pasta al pomodoro, se ha la salsa giusta.
Da sottolineare l’attenzione dei mercati europei per i prodotti regionali. Cresce ad esempio l’export dei capperi di Pantelleria, della mostarda di Cremona, della ‘nduja di Spilinga, della passata di pomodori di Pachino. Tutto questo testimonia un interesse crescente verso le eccellenze del nostro paese e un riconoscimento importantissimo per tutti i produttori italiani che da decenni si impegnano a portare avanti la qualità e i metodi artigianali.
Quelli di cui abbiamo parlato sono solo alcuni tra i prodotti italiani più conosciuti e apprezzati all’estero. All’interno di un panorama così vasto come è quello della gastronomia italiana, è difficile emergere a livello internazionale e molti prodotti non hanno l’attenzione che si meritano.
È un vero peccato che gli altri paesi non possano provare tutto quello che abbiamo da offrire e la speranza è quella di estendere commerci e scambi commerciali per promuovere anche all’estero prodotti italiani più di nicchia.