Cantucci artigianali - 400gr
- Prodotto per vegetariani
- Non Deperibile
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I cantucci sono eccellenti in ogni momento della giornata. Perfetti come fine pasto, sono sfiziosi anche per accompagnare un caffè
I cantuccini artigianali Pancini sono ricchi di mandorle e fatti a mano con uova fresche e farine poco raffinate. Nel cuore del Casentino, sono prodotti ogni giorno con amore e passione per un prodotto tipico del territorio.
I puristi suggeriscono di non inzupparli, ma di degustarli a parte e solo dopo bere il vin santo. Ma si sa, sui gusti non si discute!
Provali anche come biscotti per un tiramisù davvero originale.
Abbinamenti ideali:
- Vin santo
- Gelato alla crema
- Caffè
Valori nutrizionali
Per 100g di prodotto
Valore energetico kJ 1636 Kcal 391 Grassi g 15
di cui Acidi grassi saturi g 1,5
Carboidrati g 53
di cui Zuccheri g 31
Proteine g 11
Sale g 0,12
Ingredienti
Zucchero, farina grano tenero tipo "0", mandorle 22%, uova, agente lievitante (pirofosfato acido di sodio E450i, bicarbonato di sodio E500ii, amido di frumento), aromi.
Allergeni
GRANO, GLUTINE, UOVA, MANDORLE.Nello stabilimento sono presenti latte, prodotti a base di soia, sesamo, frutta a guscio.
I cantucci sono i biscotti toscani più famosi al mondo. Sono nati a Prato a metà del Settecento, ma hanno conosciuto il successo alla fine dell’Ottocento grazie ad Antonio Mattei, che li ha portati addirittura all’Esposizione Universale di Parigi del 1867.
I cantucci si fanno solo con farina, uova, zucchero, burro (almeno l’1,5% del peso totale) e mandorle, rigorosamente dolci, intere e non pelate. L’impasto viene lavorato a forma di filoncino, poi cotto, tagliato a fette e rimesso in forma. È proprio la doppia cottura a rendere questi biscotti così croccanti.
Come si consumano i cantuccini? Facile, direte voi, con il Vin Santo! E infatti avete ragione. Cantucci e Vin santo sono la coppia vincente del fine pasto, e non c’è trattoria toscana che non si vanti di avere i migliori.
Tutto molto bello, ma c’è molto di più. Eh sì, perché i cantucci si possono utilizzare in cucina come ingrediente eccezionale per dolci, creme, gelati e torte varie. Vediamo un po’.
Tiramisù con i cantucci
Già il tiramisù classico è una roba strepitosa, già i cantucci da soli sono eccezionali, metteteli insieme e avrete un dessert semplicemente incredibile.
La crema rimane la stessa della versione tradizionale, quindi per mezzo chilo di mascarpone 125 grammi di zucchero, 4 tuorli e un albume montato a neve.
Quello che cambia è lo strato di biscotti. Al posto dei savoiardi, ci vanno i cantucci, sbriciolati e bagnati o nel caffè oppure nel Vin Santo, a voi la scelta. In ogni caso, il risultato è garantito.
Cheesecake ai cantucci
La cheesecake ai cantucci mi piace particolarmente perché trovo che questi biscotti, così croccanti e friabili, siano il complemento perfetto di una crema ricca e vellutata.
Per la crema io uso 500 gr di formaggio spalmabile, 100 gr di ricotta, 200 gr di panna fresca e 150 gr di zucchero semolato. Per la base, 200 gr di cantucci e 70 grammi di burro. Basta sbriciolare i biscotti, fondere il burro, unire il tutto e foderare una teglia a cerniera.
La ciliegina sulla torta, qui è proprio il caso di dirlo, è una bella cucchiaiata di visciole sciroppate per contrastare la dolcezza della crema e la croccantezza della base.
Semifreddo ai cantucci
Un dessert facilissimo ma estremamente raffinato. Vi servono solo 100 gr di cantucci, 250 ml di panna fresca, 60 gr di zucchero e due uova. Montate la panna e mettetela in frigo, dopodiché montate gli albumi a neve fermissima. Non serve che vi dica di lavare e asciugare benissimo le fruste tra un composto e l’altro, vero?
Sbriciolate i cantucci, montate i tuorli con lo zucchero e unite i quattro elementi alternandoli. Se volete, potete aggiungere un cucchiaio di Vin Santo o mandorle tritate, ma per me questo semifreddo è già perfetto così com’è, senza altre aggiunte.
Mettete il composto in uno stampo da plumcake e fate riposare in freezer per almeno 6 ore. Ricordatevi di metterlo in frigo almeno mezz’ora prima, o sarà troppo freddo. Prima di servire, cioccolato fondente fuso come se piovesse.
Finta torta di mele e cantucci
Ok, non è una vera torta, assomiglia più a un crumble, però senza briciole burrose impastate a mano, qui si usano direttamente i cantucci.
La semplicità di questa torta è direttamente proporzionale alla sua bontà, provatela e non riuscirete più a farne a meno. Vi servono solo 200 gr di cantucci, 50 gr di burro, mezzo chilo di mele già sbucciate e pulite e 40 grammi di zucchero di canna (meglio ancora Moscovado).
Tritate i biscotti, unite le mele tagliate a cubetti piccolini, lo zucchero e il burro fuso. Io ci aggiungo un pizzico di cannella in polvere e una manciata di uva passa, ma potete benissimo farne a meno se non vi fanno impazzire.
Una volta che avete unito tutti gli ingredienti mescolate bene e versate in uno stampo da crostata, 50 minuti in forno caldo a 170° e la torta (finta) è pronta. È bella? No, per niente. Elegante? Affatto. Ma è di una bontà che ti scioglie il cuore.
Zabaione e cantucci
Un grande classico, ma noi al posto del Marsala ci mettiamo – indovinate un po’ – il Vin Santo. Pesate la stessa quantità di tuorli, zucchero semolato e Vin santo, montate tuorli e zucchero e unite il Vin Santo.
Cuocete in un pentolino per pastorizzare le uova, l’ideale sarebbe controllare con un termometro da cucina che si raggiungano gli 80°. Una volta cotto, rimontate con le fruste elettriche per una consistenza ancora più cremosa. Versatelo in una bella coppa, “pucciateci” i cantucci e servite subito.
I cantucci sono più che semplici biscotti, sono il simbolo della pasticceria toscana. Eccezionali da soli, diventano ingredienti stupendi per la preparazione di dessert da leccarsi i baffi. Pronti a farvi deliziare dalla loro croccantezza?
Storia e tradizione
La loro storia ha radici molto antiche e la consuetudine di tagliare il pane a fette oblique per ricuocerle e farle durare di più risale addirittura ai soldati romani. La prima menzione ufficiale dei cantucci risale al 1691 e viene nientemeno che dall’Accademia della Crusca, che lo definisce “biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d’uovo”. La prima ricetta vera e propria risale alla seconda metà del Settecento ed è opera di Amadio Baldanzi, presbitero e medico, e il manoscritto che la contiene è conservato all’Archivio di Stato di Prato.
Ma chi ha fatto la storia e la fortuna dei cantucci è il pasticcere pratese Antonio Mattei. È stato proprio lui a legare indissolubilmente il nome di Prato a questi biscotti e a fregiarsi del titolo di “Fabbricante di cantucci”, come recitava l’insegna del suo laboratorio aperto nel 1858. Dopo aver conquistato la medaglia al merito nell’Esposizione Italiana del 1861, nel 1867 i cantuccini vengono proposti addirittura all’Esposizione Universale di Parigi, dove guadagnano una menzione d’onore.
Succede anche che i cantucci diventano così importanti nella tradizione dolciaria pratese che si genera una sorta di frattura interna, tra quelli che si chiamano comunemente biscotti di Prato e sono eredi della ricetta del Mattei e i cantucci toscani, che ammettono anche lieviti e aromi. I secondi, grazie alla spinta di sedici aziende produttrici riunite in Assocantuccini, hanno ricevuto il riconoscimento di IGP nel 2015. Questo per dire che il cantuccino, al di là dei campanilismi e delle rivalità storiche tra le città toscane, è un’eccellenza toscana e un vanto per tutta la regione.
Vediamo più da vicino come si fanno queste piccole delizie.
Come si fanno i cantucci
I cantucci sono i più classici dei biscotti toscani e gli ingredienti che servono per farli si contano sulle dita di una mano. Farina, zucchero, uova, burro e mandorle. Poi, si sa, c’è farina e farina, uova e uova, e anche sulle mandorle e sul burro il discorso può andare per le lunghe. Le mandorle devono essere dolci, intere e non pelate e il burro deve essere almeno l’1,5% del peso totale. La farina di frumento, meglio se poco raffinata, e le uova fresche di prima qualità fanno il resto.
La caratteristica di questi biscotti è proprio la loro forma allungata, che non dovrebbe superare i dieci centimetri di lunghezza e i quindici grammi di peso. L’esterno è dorato, l’interno ha una lievissima alveolatura e tante tante mandorle.
All’impasto viene data la forma di un filone e, una volta cotto, tagliato ancora caldo in fette che poi saranno ripassate in forno per altri cinque minuti. È proprio questo passaggio che rende i cantucci così fragranti. Tra l’altro, la doppia cottura li rende difficilmente deperibili e, se conservati in una scatola ermetica, mantengono intatto tutto il loro gusto per settimane.